Se ci fossero ancora i megafoni per le strade delle nostre cittĂ , sicuramente in questo periodo diffonderebbero melodie di Natale. Da ‘White Christmas’ a ‘Santa Claus is coming to town’, tutte le radio e le Tv “cantano” le canzoni di Natale e i motivetti si ripetono automaticamente nei nostri cervelli, senza che noi possiamo farci nulla. Ma cosa succede realmente nelle nostre teste quando ci troviamo “sotto scacco” delle canzoni di Natale? A spiegarlo è Brian Rabinovitz musicista e neuroscienziato del William & Mary’s College Department of Psychological Sciences.
Fattore essenziale è la memoria, che ci fa ‘archiviare’ in un cassetto la musica che giĂ abbiamo ascoltato e ci fa da ‘modello’ per la nuova. “Ci sono aree nella corteccia prefrontale che tracciano le strutture melodiche – spiega l’esperto – una volta che una particolare struttura viene tracciata, può essere salvata come memoria”. Quando ascoltiamo una canzone per la prima volta, il cervello cerca all’interno di un intero ‘catalogo’ di strutture musicali che sta costruendo da quando abbiamo ascoltato musica per la prima volta.
Il piacere che sta dietro al godersi una nuova musica è quindi basato sul nostro ‘catalogo’, sul fatto cioè di poter prevedere modelli che si allineano con le strutture musicali giĂ memorizzate. E se, come a Natale, a inondare le radio sono sempre le stesse canzoni? Anche in questo caso il divertimento è assicurato e la noia (teoricamente) bandita. “Ascoltando qualcosa che si conosce bene – aggiunge Rabinovitz – si hanno giĂ grandi aspettative: si fanno previsioni, si ha un momento di tensione e poi si realizza che la previsione è esatta”.
Anche quando un musicista si prende libertĂ di cambiare qualcosa, purchĂ© rimanga entro modelli prevedibili, l’ascoltatore continuerĂ a provare piacere immaginando cosa accadrĂ dopo. “La parte del cervello che si attiva per i pezzi che ci piacciono è legata alla ricompensa – conclude l’esperto – l’espressione ‘sesso, droga e rock’n roll’ potrebbe essere vista come una descrizione di uno stile di vita, o semplicemente una lista di stimoli che attiva questo circuito di ricompensa”.